CANDIDATI ED ELETTORI

Se una cosa è necessario farla,
è possibile farla,
e tuttavia non la si fa,
è perchè non la si è capita abbastanza.

(Soren Aabye Kierkegaard)



Candidati ed elettori

Rinnovamento è nato ufficialmente il 14 febbraio 1992, per iniziativa di cittadini comuni.

Non è un partito e nemmeno soltanto un'iniziativa politica. È un progetto di riforma complessiva e programmata dei rapporti e dei comportamenti per cambiare davvero le cose che non vanno bene. L'idea risale ai primi anni ottanta e deriva dalla considerazione logica della probabile prospettiva che ci avrebbe atteso in futuro. Bisognava avere delle idee, trovare delle soluzioni, impostare un progetto, produrre le risorse e formare l'organizzazione per promuoverlo e sostenerlo. Per dieci anni abbiamo studiato ed applicato soluzioni originali a problemi vecchi e nuovi, abbiamo creato gli strumenti, prodotto le risorse e formato un'organizzazione completamente nuova.

Alle elezioni del 5 aprile 1992, le liste dei nostri candidati sono state prima ammesse e poi escluse perché «Rinnovamento non doveva partecipare alle elezioni». A quelle del 27 marzo 1994 abbiamo potuto presentare solo pochi candidati per la mancata disponibilità di chi doveva autenticare le firme dei sottoscrittori.

Il progetto di Rinnovamento è stato inviato gratuitamente a venti milioni di famiglie italiane.

Continuamente avversato da tutti i poteri e spesso malamente imitato. Il risultato lo conosciamo tutti.

Da quali idee muove Rinnovamento? Primo, non è possibile risolvere problemi concreti se non si modifica il contesto - l'ambiente e la struttura - in cui i problemi stessi sorgono e vengono vissuti. Secondo, per modificare il contesto è necessaria la partecipazione di una larga maggioranza di persone. Terzo, lo Stato non è più in grado di proporre soluzioni per il bene comune dell'intera Nazione, ma solo a vantaggio dei partiti, di una parte ristretta della propria burocrazia, delle corporazioni più forti e di quei cittadini che, anche attraverso la corruzione, sono diventati suoi stabili clienti e fornitori. Quarto, le nuove proposte non possono che partire dal popolo, da cittadini che si propongano l'obiettivo comune di migliorare insieme. Quinto, bisogna essere pratici, partire dalla realtà che viviamo, per riuscire a trasformarla razionalmente il più presto possibile.

Forse è ormai troppo tardi. Le famiglie si disgregano. Le regole sono vecchie e non vengono applicate nemmeno da chi dovrebbe farle osservare. I governanti pensano al loro interesse personale. La povertà aumenta insieme alla concentrazione della ricchezza. Tutti sanno che cosa sarebbe giusto fare ma non lo fanno. E ci rifugiamo nel misticismo.

Nonostante questa fosca situazione, sentiamo il dovere di reagire per compiere l'estremo tentativo di migliorare le cose, per noi stessi e soprattutto per i nostri figli. Fuori dalle vecchie ideologie e da qualsiasi settarismo, ma con le idee precise di ciò che è necessario fare. E crediamo che il popolo italiano voglia il cambiamento.

L'unica possibilità di cambiamento può derivare dalla volontà dei cittadini. Se essi vorranno occuparsi direttamente della scelta dei candidati e delle proposte per risolvere i problemi reali, potrà nascere rapidamente e proporsi con efficacia un'iniziativa capace di schiodare l'attuale situazione e migliorare le cose. Nonostante gli ostacoli ed i rischi che ci saranno (e saranno tanti).